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Guido Garufi |
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Non fu solo utopia. Non bisogna confondere quel movimento con gli anni di piombo. Il sistema non riusciva a controllare quella “rivoluzione estetica”. Oggi si assiste ad una inversione: è l’economia al potere, non la fantasia o il pensiero. Governa l’algoritmo.
C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. Prendo questa citazione come verso l'emblema del ‘68 e dintorni di cui non intendo tracciare l'apologia ma neppure stenderne il referto e segnalo in epigrafe il testo emblema di Hey Jude: “ Hey Jude, non prendertela,\ prendi una canzone triste e rendila migliore\ ricorda di lasciarla penetrare nel tuo cuore\ allora puoi cominciare a renderla migliore”. Testo che può servire ad entrare nel “colore” della mia nota. Non vi è chi non veda, se si legge attentamente quel tempo senza spirito partigiano, come proprio quel tempo sia stato, in un certo modo, un tempo di liberazione anche radicale da una politica ,da un certo tipo di antropologia che lo precedeva, antropologia o cultura ovviamente contestata dai rivoltosi che tutti i torti, ma questo è un mio parere, non avevano nel ribellarsi ad una condizione che prima poteva sembrare o piatta o appiattita. Ci si potrà chiedere perché piatta o appiattita . L'oggetto della cosiddetta contestazione di allora era indicato con un termine un po' enigmatico, un po' dogmatico ma “radicale”: Sistema . Indubbiamente il ’68 ha fornito energia alternativa, ma per comprenderla è fondamentale leggere il tratto estetico dei movimenti culturali che si agitavano in quei tempi, indipendentemente dalla fandonia di una civiltà drogata che, a dirla tutta, rispetto a quella attuale è simile alla camomilla Bonomelli rispetto alla cocaina e all’eroina. Voglio dire, ancora più semplicemente ma chiaramente, che la mia tesi di fondo si basa sull'idea che l'estetica e più in generale i “movimenti” con i quali l’eros trova un suo sbocco, siano pericolosi per qualsiasi sistema, poiché il Sistema si muove proprio per controllare ed orientare la psicologia dei singoli e delle masse( come ben sanno i pubblicitari). C'è una sterminata bibliografia sulla psicologia di massa che la dice lunga, ci sono i messaggi , ci sono studi e saggi che molto meglio di me hanno chiarito la questione che certamente in questa sede non è fondamentale affrontare sul versante storico o storico critico. Tutto ciò premesso , il campo della destra o della sinistra di quel periodo e di quel fenomeno ha anche qualcosa di mitologico, proprio perché ritengo, che fosse proprio e solo quella “sostanza” estetica ad essere pericolosa, difficilmente manipolabile, difficilmente orientabile. Certo, il ’68, con il senno del poi, commise errori e danni collaterali come quello ad esempio, di una ipertrofica ed ipotetica uguaglianza della classe giovanile, la riforma davvero inappropriata del passaggio dalla scuola media superiore all'università , passaggio “offerto” a tutti, ma proprio tutti, schiacciando così i quali quadri “intellettuali” che prima, seppure traballanti, riuscivano a formare una classe dirigente almeno discreta. Diventarono todos caballeros, in una sorta di “congiura degli uguali”. Non vi fu più un filtro che consentisse ai meritevoli di diventare ciò che Platone chiama “religione dello Stato”. Ma certamente lo spirito greco, sebbene estremo o particolare nell’ipotizzare, non a caso, il primato del pensiero ai vertici del Governo, aveva riflettuto su quale facoltà ( umana e spirituale) dovessero avere i “reggitori”. Mai, Platone, si fa per dire, avrebbe immaginato che al contrario di quanto, sebbene con un registro borderlaine, predicava o auspicava il ’68, il “vertici” dello Stato e i centri “decisionali” , sarebbero stati sostituiti ( è storia più particolare dell’ultimo trentennio ) da gruppi di “pensatori” economici, da una pattuglia, diventata sempre più folta, di “tecnici” e “banchieri” con i loro “dogmatici” algoritmi in mano e al computer. Il ’68 e sua corrente “estetica” , ho già detto, ma mi piace ripeterlo, era “incontrollabile” . Se ne era accorto, più di ogni altro, Adorno, e la Scuola di Francoforte, quando sostenevano che si sarebbe andati verso una deriva, proprio perché il Sistema di omologazione e di controllo era in grado di “ridurre a merce” il pensiero. E’ quanto oggi è accaduto. Ogni pensiero è apparentemente “libero”, ma non ha “valore”, anzi è una “merce”, l’unico Pensiero, intangibile, assiomatico, simile a Dio è il Danaro, il Danaro è un dogma.
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La “musica che gira intorno” alla Moneta è gestita dai nuovi
Sacerdoti, essi parlano ex chatedra Petri ( più del Papa) essi sono
veridici, essi non sbagliano, poiché sanno “fare di conto”. Bisognava
ridurre l’empito estetico, addormentarlo, come già Marcuse aveva
anticipato nel 1955, in Eros e Civiltà, e più tardi nel “libretto” di
quegli anni ( una sorta di manifesto) , L’uomo ad una sola dimensione,
sostenendo che il Sistema, con i propri anticorpi, avrebbe realizzato
una “tolleranza repressiva” , come non diversamente, e sulla sponda
cattolica, un grande Sindaco di Firenze, Giorgio la Pira, parlava di
“potenziali di collera”… Questa critica alla civiltà totalitaria era
“internazionale”, in modi diversi si sviluppò in vari paesi, ma la
sostanza “filosofica” era identica. Questo era temibile. Fu la musica
ad incardinare, con il proprio linguaggio, in qualche “raduno”
mondiale, da Woodstock all’ isola di Whigt, questa “ribellione” . Il
’68 fu un “movimento”, non un “partito”, fu una “rivolta” e non una
“rivoluzione” e mantenne ovunque tale condizione “dinamica” per non
farsi “intrappolare” o cristallizzare , per non trasformarsi nella
“staticità controllabile” della forma partito. Fu allora un movimento
civile, nella sua genesi e all’origine, fu movimento “ stimolato ” anche
da eventi centrali negli anni ’60: la morte di Kennedy, il Concilio
Vaticano II, Armstrong sulla luna, la primavera di Praga. A parte i
Beatles, la “truppa” che traduceva tale inedita energia era folta e
compatta, qualche nome: Vanilla Fudge, Pink Floyd, Deep Purple, Genesis,
Led Zeppelin, King Crimson, Simon and Garfunkel, Santana e davvero
tantissimi altri ( sarebbe enciclopedica e fuori luogo l’elencazione)
. A tal proposito si legga l’interessante Ti ricordi Joe , edito da
Paolo Bravi, relativo a Macerata e provincia: una perlustrazione anche
sociologica di quel fenomeno che furono i “complessi” ( non di Edipo),
testo che contiene un foltissimo repertorio fotografico e che bene
illustra la situazione di cui parlo. La sinistra ortodossa, intimorita,
“ingabbiò” tale movimentismo, declinò all’interno del partito una fetta
importante di tali “esercitazioni estetiche” . L’omologazione fu
completa allorquando, purtroppo, a metà degli anni ’70, vari segmenti
di ciò che era eros e movimento decisero di scendere in campo, con le
armi. Furono gli anni di piombo, gli anni delle brigate rossonere ( da
non confondere con il Milan che è la mia squadra). Anni difficili,
ambivalenti, a giorni alterni, con attentati di destra e sinistra,
tanto da ipotizzare, come qualcuno a buon diritto fece, un laboratorio
ad hoc: la strategia della tensione, utile per riportare entro i confini
“costituzionali” la protesta, limitarla e incanalarla. Gli inseriti
“costituzionalmente” sarebbero poi stati , scusate il voluto bisticcio
di parole, “inseriti” presso banche o nelle università. Ma era
necessaria la rimozione e cancellazione, anche scolastica, di molti
pensatori, da quelli di Francoforte ad altri , penso a Sartre , quello
dell' Esistenzialismo è un umanismo , tentando di spingere verso altri
orizzonti, interessanti, ma indubbiamente privi di stimolo “critico” (
dove per critico intendo “critica storica”). E quindi una galleria,
edificante certamente, ma diretta quasi univocamente alla filosofia
della Scienza o del Linguaggio. Tutte cose interessanti, per carità, ma
devitalizzate, ovvero, direbbe Hegel, anticipato da Aristotele, una
sorta di “ filosofia seconda”( sta per “secondaria”). Si, la scienza,
la tecnica, il tempo, le particelle atomiche e tutto il resto. Ma
mancava ( e manca) una interpretazione della forza-lavoro, della
dialettica servo-padrone, ancora per dirla con Hegel da quale Marx ha
attinto non poco, furono esorcizzati i testi di Eric Fromm, a partire da
Fuga dalla libertà del 1963, fu chiamato un secondo untore che mise
all’indice ( ancora di Fromm) L’umanesimo socialista del ’65. Voci
libere, allora, nel ’68 e dintorni, se solo si pensa al fenomeno
totalmente inedito, plurale e capillare, delle “radio libere”, per
carità, certamente non professionali, anche “rozze”, ma prive di
manipolazione ( per capirci meglio e a buon intenditor…). Pensatori
esclusi, non più “studiati”, non perché fossero sessantottini, ma perché
entravano nella schiera del “maestri del sospetto” ( così furono
“etichettati” da diversi “moderati”). Meglio non pensare dunque. Meglio
appiattire l’energia “estetica” della quale ho parlato. Ma che sia
verosimile questo mio modo di intendere quel fenomeno è verificabile,
totalmente, ad una analisi, non partigiana, ma capace di meglio
“osservare” il trend dei programmi scolastici a partire dalla metà degli
anni settanta, tutti indirizzati a fare focus sulla “scienza”, anzi
sugli orizzonti della scienza e della tecnica ( non sto alludendo a
Piero Angela, ma ai testi scolastici e a molti corsi monografici
all’Università) . Ma sempre, con insistenza ossessiva, a colazione, a
pranzo e cena Popper, per dirne uno. Prendiamo una sorta di invocazione
di Pier Paolo Pasolini a proposito della necessità di “spingere il
proprio corpo sulla piazza “, elemento contiguo al “movimentismo” tutto
corporeo e fisico del ’68. Oggi nessuno potrà contestare che più o meno
tutti , o quasi, siamo davanti alla tv nonché agli altri
intrattenimenti, seduti e ipnotizzati. Ed è Pasolini, ancora, che
intervistato su cosa fosse per lui il fascismo, rispondeva che il
fascismo era morto, che il fascismo era archiviato storicamente e
politicamente, ma avvertiva la presenza di un “nuovo fascismo”: il
Consumismo. Un Fascismo più subdolo, pericoloso. Per concludere, allo
storico del “lungo periodo”, non può sfuggire una specie di analogia:
nel Medioevo era la Teologia ad essere la Scienza prima, veritativa,
autentica e incontrovertibile, la Filosofia era invece considerata
“ancilla”, vale a dire “domestica” o meglio “serva”. Con la civiltà
comunale e con l’entrata successiva dell’Umanesimo e del Rinascimento,la
Filosofia recupera il terreno perso, e anche giustamente. Oggi si
assiste ad un fenomeno inarrestabile e triste. Non è la Filosofia, ma
neppure la Teologia ad essere quelle “Scienze umane” che possano ancora
parlare all’uomo e dell’uomo, stabilire cioè un “orientamento”
etico-politico. La nuova Filosofia è solo Una, incontrovertibile,
assiomatica e dogmatica. E’ l’Economia la nuova Teologia. Una Nuova
Scienza che non ammette “errori”, anzi, come in Dante, “giudica e manda a
seconda che avvinghia”. C’è poco da ricordare del ’68 che desiderava,
utopicamente, “la fantasia” o “l’immaginazione” al potere. Il Potere ha
percorso altre strade, si cela dietro clik di computers e di
investitori che bene sanno come “muovere” le acque mondiali. Le guerre
non ci sono più, dicono, ma non è vero. Sono semplicemente
delocalizzate, come la “forza lavoro”. Ho iniziato con il testo dei
Beatles, ma, a chiusura, anche per gli argomenti che ho voluto di
corsa “cavalcare”, propongo un classico di Bob Dylan, non solo perché è
noto, ma è “pensante”. Qui Dylan è profetico. Sospetta che le cose,
purtroppo, andranno in un certo modo, parla indirettamente del
totalitarismo, del sistema che “azzera” la voce e l’autentica protesta,
ipotizza l’omertà di chi non si volta e non vuole guardare e scorge una
qualche speranza, dedica a tutti noi qualche bagliore, qualche
intermittenza di speranza, magari affidandola al soffio del vento,
Blowin the wind, appunto : “ Ma quanti anni può esistere un monte \prima
che lo ricopra ila mare?\Si, e quanti anni certa gente può esistere\
prima che libera possa andare?\ Si, e quante volte un uomo può girarsi e
far finta di non vedere?\ La risposta, amico mio, sta soffiando nel
vento, \la risposta sta soffiando nel vento.” La speranza, forse, c’è. Almeno lui dice. Io non mi schiero. Hello Goodbye |
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19/06/2018 08:42:32 |
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