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Diego Antolini |
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Ogni processo economico e finanziario, per poter essere ricevuto dalla comunita’ cui e’ destinato, deve poter garantire non solo trasparenza degli strumenti ma anche e soprattutto fiducia. La Fiducia e’ un bene difficile da conquistare e difficilissimo da mantenere, specialmente nella nostra societa’ attuale dove ogni comunita’ e’ interconnessa a macro aree che hanno perso di fatto (ma non formalmente) ogni struttura predefinita: nel mondo globalizzato i confini tra comuni, regioni, stati non sono piu’ economicamente marcati, ma sfumano in paradossali e nebulosi schemi internazionali dove il vertice e’ spesso avulso da ogni pratica locale e si trova a stabilire regole di mercato, appunto, globale, senza essere in grado di soddisfare le esigenze delle medio-piccole realta’ senza cui la macro-struttura non potrebbe sostenersi. Ecco il paradosso.
La Fiducia, un bene immateriale dal valore incalcolabile, che e’ in grado di muovere economia e finanza, industria e commercio, nonche’ la macchina politica nelle societa’ democratiche. E’ anche un bene volatile perche’ puo’ venir meno in ogni tempo e per il piu’ piccolo dettaglio. Per questo motivo, una volta conquistata, si dovrebbe lavorare per mantenerla, adeguandosi sia alle pressioni internazionali dell’economia mondiale, sia alle esigenze dei piccoli risparmiatori locali. E’ una sfida non semplice, soprattutto se uno Stato viene spogliato della propria sovranita’ monetaria per ragioni tutt’ora non chiare e certamente poco efficaci. Ecco la nebulosita’ della politica economica. Uno scenario desolante visto che la struttura delle banche centralizzate tanto auspicata alla fine degli anni ’90 si sta rivelando un castello di ghiaccio in un mondo in ebollizione; in altre parole, una scelta sbagliata per modi e tempi.
La Fiducia e’ anche un bene immortale che, come una fenice morale, nel fuoco brucia e dal fuoco risorge. Servono pero’ un catalizzatore e un conduttore per poter attivare efficacemente la formula. Il catalizzatore e’ la Speranza, che deve portare ogni individuo a guardare al futuro in modo positivo e ottimistico; il conduttore e’ la Volonta’, cioe’ l’intenzione a creare, fissare e raggiungere un obiettivo specifico, un obiettivo che deve essere comune a quello degli altri membri della comunita’. Speranza nel futuro, Volonta’ per un futuro. Questa combinazione di elementi puo’ essere definita anche con un nome che storicamente e’ stata collocata in diverse aree (culturale, religioso, politico) ma raramente a quella economica, se non con il grande equivoco del Comunismo: la Fraternita’.
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La Fraternita’ non come comunione di beni ma, piuttosto, come
condivisione di idee e comunione di intenti; la Fraternita’ come spinta,
intenzione univoca verso un traguardo preciso. Se ogni piccola
comunita’ riuscisse a combinare questi elementi e muoversi in regime di
Fraternita’, acquisterebbe una forza economica devastante, a cui anche
il vertice lontano e irraggiungibile delle economie centralizzate
dovrebbe piegarsi. In realta’ non si sta re-inventando la ruota, visto
che ogni apparato statale in regime democratico viene scelto dal popolo
che da’ la sua fiducia a rappresentarlo; perche’ a livello economico
questo non avviene? La Fraternita’ non e’ solo un condensatore di
fiducia e di altri forti principi morali ma, all’atto pratico, puo’
essere la forza che produce il reale Benessere Economico per ogni
individuo.
Il concetto di fiducia sembra essere al centro dei
nuovi progetti annunciati da Quadrilatero Marche Umbria per bocca
dell'amministratore unico Guido Perosino. Nel recente convegno di
Sassoferrato (Le Marche e i Terremoti – Idee ed esperienze a confronto),
incentrato su due libri del giornalista Maurizio Verdenelli, si è
parlato del sogno di realizzare la “coast-to-coast” tra Adriatico e
Tirreno, partendo da Ancona e Civitanova per arrivare fino a Roma
Capitale. L'annuncio del dott. Perosino del completamento a breve
della Perugia-Ancona, la cui inaugurazione è prevista per il luglio
prossimo (una direttrice che a Foligno si innesta sulla quattro corsie
fino a Terni) e la nuova Valdichienti maremonti che unisce dal luglio
2016 Foligno con Civitanova Marche (lo svincolo in extremis con Muccia
ha reso possibile tutti i soccorsi nelle aree interne maceratesi colpite
dal sisma) rendono il sogno sempre più concreto.
I progetti di
viabilità sono essenziali per trasporti e comunicazione e un motore
importante per il rilancio di un'economia Italiana che da troppo tempo
stagna e non riesce a decollare. In questi progetti c'è tutta la
speranza e la volontà di fare bene, ma anche qualcosa di nuovo che si
sta delineando con contorni sempre più marcati. Il terremoto
devastante del 2016 ha sì portato distruzione, ma dalle macerie di
quell'esperienza è nata anche una nuova fiducia nella ricostruzione che,
per adesso, sembra aver rafforzato il legame tra due città, Macerata e
Perugia, e tra due regioni, Marche e Umbria, che forse in un futuro non
troppo lontano saranno un'unica, grande realtà. |
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24/01/2018 02:44:27 |
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