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Giuseppe Accorinti |
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Giuseppe Accorinti -40anni di ENI-AGIP-SNAM-AGIPetroli-Presid.SCUOLA MATTEI Ho lavorato -ahimè solo per 4 anni- con l'Ing. MATTEI all'AGIP COMMERCIALE e sono stato nominato Dirigente da Lui il 1.dic.1960 (avevo 32 anni)
Ho conosciuto MAURIZIO VERDENELLI -che scrivendo su Enrico MATTEI è diventato un Matteiano come noi- quando mi chiese di presentare il Suo libro Il SANTO PETROLIERE a Porto RECANATI (AN) e da allora siamo rimasti in contatto epistolare per me molto gradito. Perciò non mi sono sorpreso che, per la Sua nuova fatica editoriale mi abbia posto una domanda come questa (Che Italia sarebbe stata se Enrico Mattei, ad appena 56 anni, non fosse stato ucciso?) e che poi è la stessa domanda che mi pone la maggior parte delle persone che non avevo conosciuto in passato quando vengono a sapere che io Enrico MATTEI l’ho conosciuto per davvero: (ma in realtà me la fanno anche molte di quelle che sapevano del mio rapporto con Lui.) Anzi nooh mi correggo perchè normalmente la domanda è più puntuale e senza il punto interrogativo ed è questa beato Lei che ha conosciuto MATTEI !!: ci vorrebbero ancora per l'Italia uomini come Mattei.. (o qualcosa di simile). Naturalmente anche io la penso così e allora mi proverò a rispondere alla domanda di VERDENELLI ma prima penso sia necessario, proprio perchè io c'ero e vedevo gli avvenimenti da un osservatorio proprio privilegiato, raccontare quale fosse il contesto interno ed internazionale in cui si muoveva l'Ing. MATTEI che noi giovani all'AGIP chiamavamo il PRINCIPALE; e dico subito che Lui era costretto ad operare in un contesto di serie difficoltà sia in Italia che all'estero. IL CONTESTO ITALIANO:forse sembrerà una cosa incredibile, ma dopo i primi anni di Presidenza ENI tra gli applausi generali per le tante cose che aveva fatto, tutte nuove e tutte nell'interesse del nostro Paese riscuotendo grande successo, purtroppo a partire dalla II^ metà degli anni '50 l'Ing. MATTEI mentre continuava la vera e propria ostilità da parte della CONFINDUSTRIA schierata da sempre sulle posizioni delle Società petrolifere internazionali, l'Ing. MATTEI, dalla II^ metà degli anni cominciò a trovare serie difficoltà anche da parte della politica italiana. E non solo dalla destra c.d. LIBERALE -che contava perchè spesso era spesso al Governo- ma, incredibile a dirsi, anche nella parte più conservatrice stessa della DC che era stata fondata dal Sen. LUIGI STURZO, un vero e proprio avversario dell'intervento dello Stato in economia e quindi un vero e proprio nemico di ENRICO MATTEI: e non serviva a proteggerlo da questi attacchi il fatto che Lui fosse dello stesso Partito la DC che, ancor prima dell'ENI, nelle difficili elezioni del 18 aprile del 1948, aveva candidato il Partigiano Cristiano MATTEI nel Collegio Milano Pavia. Ed ENRICO MATTEI restò in Parlamento fino al febbraio 1953 quando, diventato Presidente dell'ENI, si dimise per il conflitto d'interesse che si era determinato con la presenza in Parlamento ( era stata una legge fortemente voluta proprio dal Sen STURZO) E i problemi con la politica nazionale emergevano poi in tutta la loro rilevanza ogni 3 anni quando si trattava di confermare Enrico MATTEI alla PRESIDENZA dell'ENI; -e le difficoltà, che c'erano già state nel 1959 per il III° rinnovo- erano ancora più evidenti nel 1962 per cui Lui era non era un Presidente confermato -sic!!- alla tragica scomparsa a Bascapè il 27 ottobre 1962 quando il piccolo aereo della SNAM che lo riportava a Milano dalla Sicilia scoppiò in aria perché era stato sabotato - quindi fu un attentato (ormai la Magistratura lo ha accertato in 2 successive Sentenze del 2003 e del 2012). Perchè queste difficoltà? i motivi erano diversi: certo una delle cause, a mio giudizio, era perché non c'erano più al Governo, ma soprattutto al mondo, le Due grandi personalità di ALCIDE DE GASPERI e di EZIO VANONI che nel II° dopoguerra ebbero fiducia in ENRICO MATTEI, ne condivisero il grande progetto che era quello di cercare di fornire all'Italia - uscita da una guerra disastrosa, e senza risorse energetiche nazionali -né petrolio nè carbone e le imprese erano costrette ad acquistare all'estero a prezzi molto più alti, rispetto a quelli Europei: ad es. il carbone al Porto di Genova costava 4 o 5 volte di più che ai Porti di Londra e di Amburgo, per cui - e non lo si ricorda mai- circa il 70% del grande sostegno in dollari per la ricostruzione - e anche alimentare- che gli Stati Uniti davano all'ITALIA con il famoso PIANO MARSHALL serviva per acquistare le materie prime - appunto petrolio e carbone- dalle grandi Società internazionali (che forse fu lo stesso Mattei a chiamare le SETTE SORELLE) E il grande colpo fatto da Enrico MATTEI per affrancare in una certa misura l'Italia dalle servitù internazionali fu quello di aver avuto fiducia nella vecchia A.G.I.P. del fascismo -che fino ad allora aveva fatto ricerca mineraria ma non aveva trovato niente- e che gli era stata affidata nel 1945, subito dopo la Liberazione, come Commissario perché la liquidasse; Lui invece non lo fece- e continuò le ricerche e l'anno dopo l'A.G.I.P. scoprì nella Valle Padana grandi quantità di metano un prodotto energetico allora del tutto sconosciuto in Europa: e la SNAM realizzò quella grande rete di gasdotti -6.000 Km !!!- che in buona parte liberò le Imprese del Nord Italia dalla schiavitù del carbone a prezzo alto. Ancora sulle difficoltà politiche: non c'è dubbio che un altro motivo erano i Suoi tanti successi delle Società del GRUPPO ENI era diventato forse l'uomo più popolare del Paese e quindi come tale ingombrante per una certa politica, no? tra l'altro, per la I^ volta -era il 19 marzo 1960- aveva abbassato il prezzo della benzina per cui il prezzo in Italia era il più basso d'Europa; e qualche mese dopo abbassò anche quello del gasolio.
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IL CONTESTO INTERNAZIONALE: Questa la situazione interna ma altrettante e
anche maggiori difficoltà incontrò sulla scacchiera internazionale
anche perché l'ENI si muoveva in pieno contrasto con la politica delle
Sette Sorelle: l'Ing. MATTEI già dalla metà degli anni '50 si era
convinto che prima o poi i Paesi Produttori si sarebbero riappropriate
delle proprie risorse (cosa che si verificò puntualmente nel 1973 con
il I° shock petrolifero quando, senza preavviso, il prezzo schizzò da
10$ a 40$ al barile ma Lui era già morto da 11 anni) Con questa
lungimirante strategia dalla II^ metà degli anni '50 e, fino alla
tragica scomparsa., assunse 4 importanti iniziative: > decise di fare a
meno della intermediazione delle Società internazionali ed avviò,con
grande successo, rapporti diretti attraverso l'AGIP MINERARIA con i
Paesi Arabi Produttori - in particolare EGITTO, IRAN, TUNISIA, ALGERIA e
MAROCCO per la ricerca e l'acquisto del greggio sulla base di un nuovo
schema di rapporti che fu chiamato "formula Mattei" e che dura ancora;
ed era uno schema che disturbò moltissimo le Compagnia internazionali
che si limitavano a pagare una royalties del 50% al paese produttore -ed
anche su un prezzo che poi fissavano loro stesse-sic!- mentre la
formula MATTEI, fermo restando il pagamento della royalties, coinvolgeva
il Paese produttore nella ricerca del petrolio e nella successiva
commercializzazione per cui il Paese Produttore poteva arrivare anche ad
avere il 75% dei profitti; > lanciò la internazionalizzazione
dell'AGIP COMMERCIALE portando la concorrenza alle Sette Sorelle nei
Paesi dove operavano con sostanziali accordi di mercato fra loro
malgrado ciò fosse vietato dalle leggi americane sulla concorrenza; e
quindi alla tragica scomparsa dell'Ing. MATTEI noi operavamo in 24 -sic!
24- Paesi AFRICANI con stazioni di servizio AGIP che vendevano come in
Italia la Super a 98/100 numero di ottano costringendo poi le altre
Società che invece vendevano una Super a 92/94 ottani ad allinearsi a
noi;e costruimmo ed anche con 5 Raffinerie e 4 MOTELAGIP Ma la
concorrenza si portò anche nel cuore dell'Europa in 5 Paesi Europei
(AUSTRIA, GERMANIA FEDERALE, SVIZZERA, FRANCIA, INGHILTERRA) dove si
realizzarono 2 grandi Raffinerie > concluse un accordo di acquisto di
greggio dai Sovietici a situazioni di prezzo molto favorevoli che
crearono un grande scandalo internazionale e molte pressioni sul Governo
Italiano perché l'AGIP rinunciasse: allora l'Ing. MATTEI fu indotto ad
offrire un analogo contratto - per prezzo e durata- alla ESSO, che era
la vessillifera della reazione, ma che poi all'atto pratico rifiutò
l'offerta; > e già nel 1956 si era convinto che per fronteggiare il
fabbisogno energetico di cui avrebbe avuto bisogno il nostro Paese che
aveva già avviato quello che è stato chiamato miracolo economico
italiano -al quale l'ENI di Mattei aveva tanto contribuito, no? - non
sarebbero stati sufficienti il petrolio e il metano per cui per il
fabbisogno elettrico del paese di decise che avremmo avuto bisogno anche
dell'energia nucleare; e l'AGIP NUCLEARE -di cui Lui era Presidente-
costruì in soli 4 anni (sic! '58-inizio '63 ma non poté inaugurarla
perché era tragicamente scomparso a BASCAPE') la centrale di LATINA la
I^ realizzata in Europa Occidentale . E già nel 1958- appena iniziati i
lavori a Latina- si poneva altri traguardi -il futuro faceva sempre
parte delle Sue giornate-aveva chiesto all'AGIP NUCLEARE di valutare
quale sarebbe stato il fabbisogno di energia da nucleare per
fronteggiare la maggiore domanda di energia elettrica in Italia
nell'anno 2000 -sic!!- (un anno nel quale Lui forse non sarebbe stato
al mondo perché avrebbe avuto 94 anni che era un'età che allora non si
aggiungeva facilmente): e dallo studio emerse la necessità di 40
Centrali Nucleari del size di Latina. Quando io decisi di
lasciare il Gruppo ENI nel 1996 andai ad Ivrea ad incontrare l'Ing.
Gino MARTINOLI-tra l'altro Fondatore del CENSIS- che dell'AGIP NUCLEARE
era stato Amministratore Delegato: e mi confessò che alla fine dello
studio loro stessi in Società erano perplessi da questo numero di
Centrali: ma poi ammise che nel tempo la previsione si era rivelata
esatta tant'è che ad es. la Francia - e che nel '58 non aveva nemmeno
una Centrale e dalla quale noi acquistiamo il 15% dell'energia- negli
anni ne aveva realizzate 45.
Fin qui sul CONTESTO -e penso di
essere stato fin troppo lungo- ed ora provo a dare una risposta al
quesito di VERDENELLI e anticipo subito che certo sarebbe stata un'altra
Italia in particolare dal punto di vista economico perché: > sarebbe
stata un Paese più ricco - temo che questo mio sia un discorso
controcorrente ma la penso così da sempre- se il programma NUCLEARE
dell'ENI dell'Ing. MATTEI - purtroppo azzerato dall'ENI di CEFIS- fosse
andato avanti e lo sarebbe stato certamente se fosse stato vivo Lui e
quindi il nostro Paese - unico Paese Europeo a farlo- non avrebbe
rinunciato al Nucleare: quindi niente REFERENDUM e il nucleare avrebbe
consentito alle imprese, e anche ai consumatori, di pagare l'energia
elettrica ad un prezzo allineato a quelli europei con grande beneficio
economico per l'industria e per l'Italia: oggi paghiamo il 30% in più > sarebbe
stato più ricco l'Eni, e quindi il nostro Paese, anche perchè l'Ing.
MATTEI avrebbe firmato il grande contratto già pronto, per l'acquisto di
petrolio e di gas dall'Algeria, ma che l'ENI di CEFIS lasciò cadere
chissà perchè: e quindi l'avere grandi disponibilità di energia a breve
distanza dall'Italia magari durante le crisi petrolifere degli anni
'70...ci avrebbero risparmiato, tanto per dirne una, le domeniche a
piedi. > e chissà che qualche risultato positivo, di nuovo per l'ENI e
per l'Italia, non sarebbe venuto fuori dall'incontro che era già
fissato negli STATI UNITI fra MATTEI e KENNEDY su invito di
quest'ultimo per il mese successivo alla tragica scomparsa (non mi
riesce di scrivere solo morte) > e altrettanto grande beneficio per il
nostro Paese -oltreché per l'ENI- sarebbe derivato per i grandi
rapporti, anche personali con i grandi Capi, che Enrico MATTEI era
riuscito a costruire all'estero: con i Paesi Africani, con quelli del
Medio-Oriente, con l'Argentina, con la Germania Federale, la Svizzera; e
un rapporto speciale aveva costruito con l'UNIONE SOVIETICA per cui
anche il grande contratto per l'importazione del gas metano stipulato
alla fine degli anni '60 quando Lui non c'era più nacque certamente come
continuazione del rapporto costruito dall'Ing MATTEI negli anni '50 con
l'acquisto del petrolio russo che determinò un grande scandalo
internazionale ma che per l'AGIP fu un grande affare; > e fatemi aggiungere un paio di testimonianze personali a conferma di quanto detto prima:
** quando io scelsi di tornare ad occuparmi come A.D. ESTERO di
AGIPetroli -dell'estero -era stato l'ultimo incarico che il PRINCIPALE
mi aveva affidato nel 1962-, e noi realizzammo una grande stazione di
servizio a Mosca in Società con i Russi; e allora il fatto che io
avessi lavorato con l'Ing. MATTEI rese il nostro lavoro molto più
facile. ** Del resto qualcosa di simile l'avevo già
registrata nel 1962 nei vari Paesi Africani di cui mi sono occupato
(dalla Libia a quelli ex Francesi del West Africa fino alla Costa
D'Avorio); ed erano Paesi in cui purtroppo il nostro Ambasciatore non
contava niente perchè rappresentava un Paese che aveva perso la guerra
-mentre gli Ambasciatori degli Stati Uniti e della Francia. ahimè,
sostenevano eccome le loro Società- mentre noi AGIP, Italiani come
l'Ambasciatore, invece nel nome di Mattei sembrava quasi che la guerra
non l'avessimo persa: Vi prego di credere che questa cosa di allora mi è
stata confermata qualche anno fa da un grande nostro Ambasciatore
dell'epoca. E questo nostro status serviva anche come mosca cocchiera
per le imprese italiane: ad es. l'Ing. MATTEI aveva deciso che noi
girassimo l'Africa con le macchine Italiane, tutte FIAT e tutte gialle e
questo in alcuni Paesi faceva sì che in pochi mesi si completasse il
plafond consentito per l'importazione di macchine italiane: e i Ministri
chiedevano a noi AGIP di favorire quale esportazione verso l'Italia che
consentisse di importare materiali Italiani (ad es. arredavamo anche
gli uffici con materiale TRAU da Torino) > Un altro tema: qualcuno spesso mi chiede se nell'ENI degli anni successivi sia rimasto il fil rouge di Mattei: ebbene posso dire, perchè di nuovo io c'ero, che
sostanzialmente è rimasto ma solamente nelle grandi Società operative
del mondo dell'energia (AGIP- SNAM- AGIPetroli -SAIPEM) perchè i vertici
in sostanza sono rimasti quelli che erano i giovani di MATTEI. Anzi
fatemi aggiungere un altro merito di MATTEI: l'aver affidato le Aziende
ai giovani -l'età massima che aveva fissato per la nomina dei Dirigenti
era 35 anni- e alla tragica scomparsa l'età media di quelli diciamo
della I^ fila erano i 36 anni -il meno giovane era il Marchigiano Ing.
EGIDI con 41- per cui molti di noi so no rimasti nei 30o anni
successivi e questa è stata la migliore eredità che lui potesse
lasciare, no? Negli anni avemmo certamente problemi con la politica
mentre fino a che c'è stato Lui la politica si fermava a Lui e noi
potevamo pensare solo a lavorare perché nessuno di quelli che poi furono
chiamati portaborse si rivolgeva a noi; ma nei 30 anni successivi ci
siamo difesi -fatemelo dire anche con qualche difficoltà- con la nostra
professionalità in continuità con quanto avevamo imparato lavorando con
Lui, naturalmente adattandolo alle nuove realtà di mercato. E
l'ENI di oggi, quella dell'A.D. CLAUDIO DESCALZI che pure non c'era con
MATTEI ne sta ricalcando le orme e i successi che sono sotto gli occhi
di tutti dicono quindi che ha recuperato "alla grande" quel fil rouge
che si era in parte perduto quando la generazione di Mattei è andata in
pensione agli inizi degli anni '90. In sostanza fin qui ho
mostrato come, tranne il nucleare, al'ENI ci sia mossi in una certa
continuità con il passato: non posso sapere cosa di nuovo avrebbe
inventato l'ing. MATTEI ma certamente ci sarebbero state iniziative
nuove perchè, avendo lavorato con Lui, ahimè solo per 4 anni, posso
testimoniare che il futuro faceva sempre parte delle Sue giornate: e
quasi ogni volta che lo incontravo mi parlava di cose nuove oppure parlava delle cose fatte ma con un'angolatura diversa che non avevo
immaginato: non voglio santificarlo nè introdurre una causa di
beatificazione ma l'uomo era proprio un grande manager e grande
leader- due qualità nella stessa persona rare nel secolo scorso; ma
anche, in questo secolo non se ne vedono molti, no?.. > Ed ora un
ultimo tema: avrebbe fatto politica? molti sono convinti di sì e mi
dicono che se l'avesse fatta oggi questo sarebbe un Paese diverso; è
chiaro che per noi Matteiani questi discorsi così positivi e questi
riconoscimenti a 53 anni dalla tragica scomparsa fanno molto piacere
soprattutto dopo i tanti anni nei quali non si è parlato più di Lui: io
invece penso che probabilmente essendo un uomo molto concreto non
l'avrebbe fatta se la politica fosse rimasta la stessa che, poi, è
quella di oggi: invece forse sì l'avrebbe fatta - e sempre per un
servizio al Paese un valore costante nelle sue azioni, e che abbiamo
imparato da Lui, se l'Italia si fosse allineata ai Paesi, come la
Francia e gli Stati Uniti- con un assetto Presidenziale per cui chi
avesse avuto il consenso della gente avesse le possibilità di agire
senza quelle tante liturgie politiche che -di nuovo ahimè- hanno
sostanzialmente bloccato un grande Paese come il nostro che pure negli
anni '50 e inizi '60, è stato capace del grande miracolo economico del
quale Enrico MATTEI è stato indubbiamente uno dei protagonisti, e spero
di non esagerare. Grazie dell'attenzione.
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19/01/2018 17:28:22 |
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