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Maurizio Verdenelli |
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L’OMICIDIO DELLA DICIOTTENNE ROMANA. Il ricordo di mamma Alessandra: “Eravamo stati assieme tre giorni, anche a Macerata. Combatterò fino alla fine per fare luce sulla sua morte”. Le basta una condanna all’ergastolo per i responsabili? Le ha chiesto il conduttore Nuzzi di ‘Quarto Grado’. “No”.
Alessandra Verni, ‘mater dolorosa’ ma soprattutto madre coraggio, ha commosso ieri sera l’Italia in una edizione piena di pathos di ‘Quarto grado’ sulle reti Mediaset dove il caso Pamela è stato ricostruito attraverso un’indagine piena di sorprendenti ‘scoperte’ a distanza di oltre tre settimane dai fatti -grazie anche ad un cronista d’eccezione: Remo Croci che aveva iniziato anni fa la carriera di giornalista al ‘Messaggero-Marche’. “Dov’è finita l’umanità?!” ha quasi gridato la mamma di Pamela suscitando commozione ed applausi. Prima: “Accuso lo Stato che ha permesso che una simile tragedia accadesse da parte di chi non avrebbe dovuto essere tra noi!”. Ancora: “Quando deciderete a confessare i vostri crimini, voi tre o quattro che eravate insieme quel giorno con Pamela nella casa di via Spalato!”. Può bastare per lei un’eventuale condanna all’ergastolo per i colpevoli dell’omicidio di sua figlia? ha chiesto il conduttore Gianluigi Nuzzi. “No, non basta: li consegnerei al popolo” ha risposto Alessandra Verni mentre la telecamera nella sintesi di un attimo inquadrava una mano invitante alla moderazione. Invito subito accolto da Alessandra a mitigare l’impulsiva richiesta di ‘giustizia sommaria’ (quella che proprio vorrebbe evitare la Procura di Macerata): “Mi affido alla giustizia dello Stato, che sia fatta però!”. Momenti emozionanti con la donna circondata per la prima volta in un salotto dagli opinionisti di “Quarto Grado”: tutti incondizionatamente al suo fianco a cominciare da Nuzzi che a conclusione ha indossato la stessa maglia con cui Alessandra si è presentato in studio con stampata la foto di Pamela nel suo diciottesimo compleanno. Unica differenza: il fondo rosa per la madre, bianco per il giornalista e gli altri opinionisti. Assente Stefano Mastropietro (il padre “da cui sono separata” ha detto la donna) tutta la scena è stata per Alessandra la quale ha ricordato i tre giorni di Pamela con la famiglia a metà gennaio. “Siamo andati anche a Macerata, per mia figlia era la prima volta. Ci siamo trovati in piazza della Libertà ed abbiamo ammirato l’orologio meccanico sulla torre civica. Era la prima volta che la ragazza metteva piedi nel capoluogo: non capisco come possa essersi mossa così agevolmente dopo aver lasciato la comunità”.
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Ricostruito anche il tragitto di Oseghale nell’auto del taxista abusivo
che contattato da Remo Croci non ha voluto lasciare dichiarazioni (“Ho
detto tutto ai carabinieri”). Dubbi sul perché le valigie fossero state
lasciate a Pollenza in bella vista. Innocent durante il tragitto in auto
aveva ricevuto una telefonata dalla compagna in attesa del secondo
figlio e subito dopo aveva abbandonato quel terribile bagaglio il cui
contenuto il driver camerunense aveva poi scoperto ritornando sul posto.
Quelle due valigie attendevano qualcuno che l’avrebbe portate (dove?)
oppure sono state lasciate a fianco dell’ingresso della villa in un
momento di disorientamento del nigeriano? Il dubbio è rimasto nell’aria
ieri a Quarto Grado. Intervistato anche il responsabile della comunità
dove Pamela Mastroipietro era ricoverata con doppia diagnosi. “Era
libera d’andarsene” ha confermato. Alessandra Verni e suo fratello, il
legale Marco Valerio, hanno ribattuto: “La ragazza aveva un
amministratore di sostegno: perché non è stato avvistato?”. La
controreplica, sui giornali, ieri sera è stata affidata al legale della
comunità con espressa riserva di tutelarne l’immagine intendendo
chiarire a suo tempo ogni aspetto della vicenda. Tuttavia è emerso che
la diciottenne romana a Corridonia da ottobre, si trovava bene ed aveva
apprezzato che fosse stata designata responsabile della lavanderia.
Perché dunque se ne andò a fine gennaio incontro ad un atroce destino:
da Corridonia a Macerata, l’incontro con due italiani di mezza età e
poi, perduto il treno per Roma, con Innocent Oseghale ai Giardini Diaz.
Nel giorno stesso della sua orribile fine. In diretta tv anche Paolo
Diop, portavoce per l’immigrazione del Movimento nazionale che ha
chiesto da parte della comunità nigeriana (domani si riunisce in
preghiera interreligiosa al teatro don Bosco) più notizie utili
all’inchiesta della Procura. In trasmissione, Nuzzi ha chiesto ad
Alessandra se si ritenesse una madre vicina alla figlia: “Certo! Sempre
con il pensiero rivolto a lei, la tempestavo di telefonate. L’amavo con
tutte me stessa”. E suo padre? “Chiedete a lui”. |
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24/02/2018 08:05:44 |
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